Se c’è un momento in cui mi piace sorseggiare un caffè in piena
pace dei sensi, comodamente appollaiata sul divano, è mentre sto leggendo un
libro, mentre mi sto facendo trasportare lontano dalla magia di qualche storia.
E mentre mi godo questo momento rilassante, mi viene in mente un giochino che
potremmo fare insieme, per questo vi invito tutti nella mia casa virtuale, vi
offro questo caffè e vi spiego che progetto diabolico richiederà il
coinvolgimento delle vostre pause caffè e delle mie.
Iniziamo dall’inizio: se ancora non si fosse ben capito,
ebbene sì, io di tanto in tanto passo il mio tempo a scrivere. Che sia il post
di un blog, un articolo d’attualità, un aggiornamento di stato per facebook,
una storia. Da lettrice, se c’è una cosa che non sopporto è chi considera un
lettore come un semplice spettatore cui deve essere spiegato tutto, che deve
essere preso per mano e guidato attraverso lo svolgersi dell’intreccio o il
susseguirsi di considerazioni manco fosse un ebete senza capacità di
discernimento, ed è quello che, quando mi dedico a imbastire pagine di
narrativa, cerco di evitare con tutta me stessa. Ho letto di gente che non
sopporta l’idea che, facendo leggere i propri scritti ad altri, questi poi vivano
nell’immaginario altrui in modo diverso da come vi hanno sempre pensato loro. E
dire che questa è proprio la cosa che piace di più a me, dell’idea che qualcuno
possa leggermi: che quel qualcuno faccia propria una storia che io ho vissuto e
riportato in un certo modo, ma che di interpretazioni e visioni possa averne di
diverse. La diversità per me è arricchimento, non una minaccia.
Fatta questa opportuna premessa, ho pensato che a questo
blog manca un po’ di “interattivismo”: voglio farlo diventare un blog 2.0, e
credo che questo significhi passare dallo scrivere soltanto “per voi” allo scrivere “con voi”, quindi mi è venuto in
mente un gioco da fare insieme con voi lettori, il cui libretto di istruzioni
ammetto di stare ideando in questo momento, seduta stante.
Sotto l’etichetta “racconti da caffè” troverete una serie di
post, che cercherò di pubblicare con una certa regolarità, che si susseguiranno
per “episodi”; sono post in cui vi sarà chiesto, per giocare, di commentare, e
si comincia proprio da questo post. Come? Al termine troverete due brevi
incipit di due storie diverse: commentando dovrete dirmi quale dei due vi piace
di più; avrete dieci giorni di tempo per esprimervi, e l’incipit che avrà
ricevuto maggiori apprezzamenti sarà quello prescelto, cui nel prossimo post di
questa serie verrà dato seguito, e così nei successivi “episodi” di questa
storia che si svolgerà post dopo post; al termine di ognuno di essi, vi saranno
due frasi diverse che potranno entrambe completare l’episodio. Come per questo
post, attraverso i commenti, la frase prescelta costituirà la fine del post
corrente e l’inizio di quello successivo (in caso di ex aequo, verrà scelta
l’opzione che ha ricevuto il primo gradimento nei commenti). Ovviamente, ognuna
delle due frasi condurrà ad uno svolgimento diverso: in questo modo, la storia
la scriveremo insieme. Potete commentare liberamente: ad oggi, il caffè con me
lo può prendere chiunque, e non ho neanche inserito la moderazione dei
commenti, per cui ciò che scriverete verrà pubblicato automaticamente. Non
fatemi pentire di questa scelta.
Non so se è un’idea valida, non so se avrà successo; so che
inizieremo, ma non so se arriveremo ad una fine. Per ora, però, voglio
provarci: quindi buona lettura, e buona scelta!
INCIPIT 1
Il vento soffiava discreto ma inclemente fra le rovine della
città a sollevare nugoli di quella polvere antica che era assisa il letargo a
coprire macerie testimoni di una vita passata. Maurizio si arrotolò una
sigaretta poggiando la schiena al marmo gelido di ciò che rimaneva di una
colonna che forse, per secoli, era stata sfiorata in modo timido, perentorio, o
appena accennato, da fedeli intimoriti, austeri o annoiati all’interno di una
chiesa maestosa ormai distrutta in mille pezzi. Forse, per secoli, la navata
silenziosa di quella chiesa si era riempita della luce rossastra dell’alba
filtrata dai vetri di un rosone dipinto da mani sapienti d’artigiano, che dall’alto
aveva osservato generazioni di praticanti avvicendarsi sul pavimento lustro
fino a quando, dopo aver resistito al vento, alle piogge, ai terremoti, era
stato vinto dalla stessa forza di chi l’aveva creato: l’uomo.
INCIPIT 2
Quando Veronica tirò su la serranda, un rumore metallico
riempì la stradina ancora addormentata nel topore della mattina. Le finestre
chiuse delle case proteggevano la calma delle vite che si stavano risvegliando lentamente
e che di lì a poco, correndo verso scuole e posti di lavoro, avrebbero
affollato il paese. Veronica si guardò intorno e respirò profondamente l’aria
fredda dell’inverno prima di aprire la porta della lavanderia e lasciarsi accogliere
dal famigliare profumo di violette dell’ammorbidente che da trent’anni
utilizzava e che aveva riempito ogni angolo di quelle stanze in cui da trent’anni
lavorava, che aveva impregnato le tende, l’imbottitura delle sedie, i fogli
delle ricevute e il silenzio che avvolgeva gli abiti, le giacche, i cappotti, i
pantaloni sospesi a mezz’aria pronti ad essere ritirati, puliti e stirati alla
perfezione; quell’odore di violette, chiudendo gli occhi, Veronica avrebbe
potuto sentirlo in ogni ricordo della sua vita.
Ok,mi sono decisa.Vada per il primo incipit,voto quello!XD Voglio seguire Maurizio!
RispondiEliminaMaurizio anche io..
RispondiEliminaforza maurizio :)
RispondiElimina"Pilotiamo" la storia di Maurizio.
RispondiEliminae maurizio sia....
RispondiEliminaLa storia di Maurizio sarebbe sicuramente interessante, ma non abbandonerò mai il vizio di "votare per quello che alla fine perde" cit.
RispondiEliminaVeronica non sei solaaaaaaaaaa!
..e poi mi piacciono le violette.
Diamo speranza a Maurizio!!!
RispondiEliminaGhisola, complimenti per l'idea!
Scelgo Veronica perchè mi piace l'dea di un risveglio al profumo di violette e la semplicità del racconto!
RispondiEliminaDopo averle rilette per tre volte di seguito ho capito che quello che potrebbe raccontarmi quella chiesa o Maurizio è come se già lo conoscessi, ma sono sicura che ciò che racconterebbe Veronica, quei trent'anni passati a svolgere lo stesso lavoro, ad alzare quella serranda e ad accogliere clienti fedeli e non in quel profumo di violette sarebbe qualcosa di unico...
RispondiEliminaOrdunque, sono lieta di annunciare che habemus storiam: il primo incipit ha ricevuto 6 preferenze contro 3 del secondo, quindi mi rimetto alla volontà della maggioranza e mi accingo a scrivere il seguito. A breve, il più a breve possibile, pubblicherò il primo episodio…vi aspetto per la vostra scelta! Ringrazio tutti infinitamente per aver dedicato il vostro tempo a giocare con me...e adesso la parola passa a Maurizio e al suo mondo misterioso. Vi aspetto nel prossimo episodio!
RispondiEliminaPs: Ovviamente, le preferenze espresse di qui in avanti su questo post non potranno essere considerate, essendo scaduto il termine di dieci giorni indicato.